domenica 27 maggio 2012

Le grigliate

Immaginate di assistere, come per magia a due grigliate, quelle "cose" che si fanno in genere in qualche parco o giardino della casa di amici in cui ci si raduna tra amici appunto e si mangia oltre a stare in compagnia, insomma sapete perfettamente tutti cos'è una grigliata e scommetto che almeno una nella vostra vita l'avete fatta tutti quanti.

La prima grigliata è semplice, ad una certa ora tutti, chi in anticipo, chi in lieve ritardo, chi in ritardo nemmeno molto lieve, ci si trova al luogo prestabilito, tutti portano qualcosa, non ci si è messi d'accordo ma comunque non manca quasi nulla e anzi forse c'è più di quello che serve, ci sono bambini e qualcuno che, con un pallone, gioca con loro, prova anche a "grigliare" un po' di carne questo qualcuno ma, visti i fumosi risultati, lascia ad altri il compito continuando a giocare a calcio tra i bambini divertendosi e facendoli divertire. Altri accendono i barbecue, data la loro esperienza l'operazione riesce perfettamente, alcuni apparecchiano e altri intrattengono un po' di conversazione e, tra un saluto e uno spuntino in effetti non fanno quasi nulla se non qualche piccola attività.
Alla fine dei preparativi c'è cibo per tutti, in abbondanza, e con molta varietà, tutti mangiano quello che gli va, ridono, scherzano, bevono e i bambini sono perfettamente nel loro ambiente. Tutti sono sazi, chi ha portato troppo cibo e chi ne ha portato poco e anche i cani che qualcuno si è portato, pur avendo lavorato zero sono sazi e sereni anche più degli umani.
E' il momento di chiudere e, raccolto tutto quello che va buttato, si ritorna a casa contenti e più che soddisfatti aspettando la prossima grigliata.

La seconda grigliata è di tutt'altra natura, ci si ritrova ad un orario prestabilito, immediatamente tutti i partecipanti partono verso la meta della grigliata, nessuna attesa per i ritardatari chi infatti "perdono" la grigliata.
Giunti sul luogo ognuno prepara il proprio barbecue e le proprie cibarie, i bambini giocano un po' tra di loro ma non con gli adulti che non hanno tempo per giocare con loro e anzi alcuni preferiscono, per i propri figli, utilizzare meglio il tempo insegnando loro come si fa una degna grigliata anziché "sprecarlo" in inutili giochi.
Nessuno perde tempo in chiacchiere o altre facezie, si deve cuocere il cibo perché l'obbiettivo è mangiare il più possibile e per questo si deve cuocere una montagna di cibo per poter assaggiare di tutto un po'.
Alcuni hanno cibo in super abbondanza, altri ne hanno portato poco e per questo rimarranno con un po' di appetito alla fine.
Si cucina in continuazione e si divora all'istante, molto cibo viene abbandonato li già cotto, si deve assaggiare di ogni cosa un pezzo e così si cuoce, si assaggia e si butta per non saziarsi solo con quello. Chi si è portato meno cibo vorrebbe assaggiare altre pietanze ma questo non è possibile per regolamento, poco importa se alcuni gettano tra le immondizie montagne di prelibatezze ancora fumanti, l'importante è rispettare il regolamento.
I bambini vengono introdotti in questo "gioco" e gli vengono spiegate le regole così, dopo poco, i compagni di gioco diventano rivali di "pranzo" che sono in gara con noi per mangiare il massimo.
Pochi parlano e nessuno scambia nulla con gli altri, è il regolamento.
Nessuno suona nulla, è un'attività che non porta cibo ne sazietà, non ci sono cani ne altri animali che mangerebbero senza compiere nessuna attività utile.
Alla fine dell'evento c'è una montagna di immondizia di ogni genere e natura talmente grande che si rivela intrasportabile, la soluzione che si adottata è quella di unire a questa la brace ancora fumante e bruciare tutto quanto senza distinzione.
Alcuni sono gonfi di cibo da scoppiare, altri hanno mangiato veramente poco e di scarsa qualità ma del resto non tutti hanno portato le stesse cose e non tutti i barbecue erano efficienti e ben funzionanti.
SI chiude tutto e si torna a casa in attesa della prossima grigliata (???).

La domanda stupida ma necessaria è la seguente: a quale di queste due grigliate tra amici vorreste partecipare?

La prima grigliata è la società che dovremmo cercare con fatica di realizzare, la seconda è quella nella quale siamo ora e verso la quale sempre con maggior forza cercano di spingerci.
Chi ci governa, chi detiene il potere non ha nulla da perdere nel permanere in questo stato di cose e anzi ha molto da guadagnarci, lui ha schiavi che cucinano al posto suo, cibo in abbondanza tale da potersi permettere di gettarlo anche in quantità industriale, servi che garantiscono a lui tranquillità e sicurezza contro eventuali furti da parte di altri partecipanti.
Il suo principale compito è quello di farci credere che noi un domani occuperemo la sua posizione ( cosa rarissima e sempre più impossibile )  e soprattutto di farci credere che dobbiamo lottare costantemente con le persone intorno a noi in una continua lotta per arrivare primi verso un traguardo immaginario e irraggiungibile.
I poteri forti vogliono che noi vediamo in ogni vicino un concorrente e soprattutto un nemico che usurperà il nostro orticello, meglio allearsi col potente di turno anche se ci spettano solo le briciole del suo sontuoso banchetto piuttosto che cercare di dividere con altri e ottenere una degna quantità tutti.
Divide et impera dicevano i Romani e ancora oggi questo è ciò che ci rende deboli e perdenti contro chi vuole dominarci.

Un saluto

Deadly

domenica 20 maggio 2012

Cui prodest?

Sabato 19, alle 7,37 del mattino una bomba composta da un detonatore e tre bombole di gas infiammabile e stata fatta deflagrare davanti alla scuole Morvillo Falcone di Brindisi.
La conseguenza più immediata e funesta dell'atto è stata la morte della sedicenne Melissa Bassi e il ferimento di numerose sue compagne alcune anche in modo molto grave.
La domanda suggerita nel titolo del post è appunto "a chi giova?".
A chi giova questo atto?
Le ipotesi formulate sono molte ma per tutte quante alcuni elementi non tornano e molti tasselli non si incastrano al loro posto.
Si è subito parlato della pista mafiosa ma questa è stata ben presto abbandonata per molte ragioni: la mafia non ha mai utilizzato ordigni di questa natura e costruiti in questa maniera, la mafia a quasi sempre provocato stragi finalizzate all'eliminazione di un personaggio scomodo, coinvolgendo decine di altre persone, mai però ha compiuto stragi col solo scopo di massacrare, la mafia non ha granché da guadagnare nell'attirare le forze dell'ordine nel suo territorio e soprattutto difficilmente, dovendo scegliere un bersaglio "casuale", avrebbe scelto una scolaresca di ragazze provenienti da un paese ad altissima densità mafiosa.
Passiamo all'analisi della pista rivoluzionario-eversiva, questa regge veramente pochissimo, in genere si è dedicata più a singoli bersagli importanti che non a colpire una scolaresca. C'è poi da aggiungere che un qualsiasi fronte votato a far scoppiare una rivoluzione armata o una sommossa cercherebbe, io penso, di ottenere una certa approvazione popolare, nei limiti del possibile e sterminare ragazze innocenti intente ad andare a scuola non rientra certo negli atti che vanno in questa direzione.
C'è poi la possibilità che si tratti di terrorismo internazionale, anche in questo caso le modalità e il bersaglio appaiono un po' anomali anche se decisamente meno che nelle due precedenti ipotesi.
Vediamo ora una quarta pista che può invece, purtroppo, apparire meno fantasiosa di quel che sembra.
Potrebbe trattarsi, come spesso nella storia di questo disgraziato Paese è già avvenuto, di strage compiuta da "servizi deviati" o apparati rispondenti a "poteri occulti" col solo scopo di destabilizzare, catturare l'attenzione e intimorire il popolo.
L'esempio più calzante se si guarda al passato è quello di Piazza Fontana, una strage condita di depistaggi, false incriminazioni, documenti spariti nel nulla e molto altro che, ancora oggi a più di trent'anni, rimane scandalosamente impunita.
Se si trattasse di un atto di questo tipo molte tessere del mosaico andrebbero ad incastrarsi nel posto giuso. Una scuola e delle ragazze adolescenti, la morte delle quali genera sicuramente sdegno, orrore, sgomento e rabbia, non può certo essere liquidata con quattro parole.
Il periodo scelto molto "caldo" e ricco di fermento, un periodo appunto nel quale "qualcuno" potrebbe voler spaventare la popolazione per cercare di guidarla come il pastore fa con le pecore e far accettare in silenzio cambiamenti che altrimenti mai sarebbero accettati.
In breve dietro questo atto schifoso potrebbero tranquillamente celarsi poteri forti ed oscuri, poteri che, viste le difficoltà che stanno incontrando nell'imporre le proprie dottrine economiche e non solo, stanno cercando un cambio di marcia, una decisiva svolta violenta che permetta di imporre le proprie regole con le buone o con le cattive.
Se così fosse saremmo davanti purtroppo solamente all'inizio di questa strategia e dovremmo aspettarci altri terribili e vigliacchi atti di questo tipo.
Il dovere di tutti noi è quello di continuare a ragionare con la testa, pur di fronte a tanta crudeltà e barbarie dobbiamo sforzarci di continuare a ragionare e giudicare dopo attenta e ponderata analisi proprio per evitare di trasformarci noi stessi negli alleati di questi odiosi stragisti.
Il minimo che ogni persona deve fare proprio per rispetto verso coloro che in questi attentati hanno perso la vita è pretendere giustizia, rapida, pulita e dura. Giustizia che rintracci i colpevoli e li giudichi senza sconti ne pietà alcuna perché chi si è macchiato di simili atti non ne merita.
Spero sinceramente di sbagliare ma temo che purtroppo anche in questo caso come nel passato questo non avverrà.
Un saluto a tutti
Deadly

domenica 13 maggio 2012

La Storia siamo noi

Era il 1985, sembra un’eternità, Francesco De Gregori scriveva un capolavoro intitolato La Storia, una canzone che invito tutti ad ascoltare molto attentamente, parola per parola per cogliere il sottile messaggio che ci suggerisce.

Mai come oggi le parole di De Gregori rappresentano quello che serve perché le cose cambino e lo facciano in meglio.



La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.



Con queste parole la canzone ci vuole ricordare che in definitiva siamo noi e noi solamente gli artefici di ogni attimo che verrà raccontato nei libri di storia oppure dimenticato.
L’immagine che ci viene passata sin dalle scuole è che la storia sia un bello spettacolo, un film ricco di colpi di scena e che noi siamo il pubblico, gratuitamente invitato ad assistere. Questo è il grande sbaglio, la storia è un grande spettacolo, ricco di colpi di scena e cambi improvvisi di rotta, noi siamo gli attori di questo spettacolare film, alcuni sono protagonisti, altri semplici compare altri ancora si vedono solo in pochissimi momenti molto ben calibrati ma fanno la differenza, comunque ognuno di noi ha una sua piccola parte e per questo non deve appunto sentirsi ne offeso ne escluso. La cosa straordinaria è che in questo film nessuno è obbligato a seguire un copione già scritto, nessuno deve per forza rimanere comparsa o protagonista, tutto può mutare e apparire al successivo fotogramma completamente differente da come lo avevamo lasciato.



…siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere…

Ecco il punto siamo noi tutti che ci mettiamo in gioco, ogni individuo gioca la sua piccola scommessa, può vincerla o perderla ma non deve mai abbandonare il gioco, mai perdere la speranza di poter domani fare la differenza per se e per gli altri perchè alla fine la storia saprà ricompensare chi ha scommesso bene, chi ha “giocato” con coraggio, con fermezza e giustizia, forse non lo farà ricoprendolo d’oro o di gloria ma in qualche strano e singolare modo lo farà.



… ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli,
la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.

La storia non ha nascondigli e non passa la mano, proprio per questo nessuno può sentirsi esonerato dal fare la sua parte, non è possibile nascondersi o rimandare al prossimo appuntamento, quel che si deve fare, sia un’azione immensa o minuscola, va fatto e va fatto quando il corso degli eventi lo richiede.
Non ci sono sostituti che possono prendere le nostre veci, ne permessi per “entrare alla seconda ora” la storia non aspetta, non assolve gli ignavi ne da loro seconde possibilità.

Credo che questo testo, anche se molto lontano nel tempo, rappresenti perfettamente quello che tutti noi

dovremmo fare e pretendere.

Un saluto a tutti

Deadly.

P.S.

Qui trovate la canzone completa: http://www.youtube.com/watch?v=xMXi9ftO4kI&feature=related

giovedì 10 maggio 2012

Non ragioniam di lor, ma guarda e passa


Questo post voleva inizialmente essere rivolto al Signor Giorgio Napolitano ma ho poi ritenuto più significativo affidarmi alle altissime parole del sommo Poeta che racchiudono bene il concetto che volevo esprimere.


Fama di lor il mondo esser non lassa;

misericordia e giustizia li sdegna:

non ragioniam di lor, ma guarda e passa.



Con queste parole Virgilio risponde a Dante che ha visto il cerchio degli ignavi e ha domandato chi fossero stati in vita costoro. Virgilio giustamente non li degna di grandi spiegazioni perchè poche ne meritano.


Aggiungo io la Storia li giudicherà e sarà giusta e impietosa come dalla notte dei tempi è.

Per tutti colo che leggono vorrei invece spiegare da cosa nasce questa mia riflessione.

Trovo francamente indegno e indecente vedere un individuo investito del ruolo di Presidente della Repubblica etichettare un gruppo di cittadini, reo di aver tentato di cambiare l’ordine delle cose in seno alla politica con metodi legali e democratici oltre che pacifici, come “antipolitica”, trovo schifoso e intollerabile che chi dovrebbe essere rappresentante di tutti si schieri nemmeno velatamente con qualcuno e addirittura a danno di qualcun altro, che questo lo faccia alla vigilia delle elezioni e lo rimarchi con sprezzante ironia subito dopo.

Per questa persona parlano bene le parole del sommo Dante.

Vorrei per chiudere far notare che costui che oggi si allarma molto per l’avanzata dell’antipolitica, dei populismi e dei qualunquismi fino a pochi anni fa stringeva la mano e accettava come ministro un individuo che suggeriva di pulirsi il culo col tricolore, che inneggiava alla secessione e nutriva il suo elettorato di odio, razzismo e populismo, quello vero e non quello presunto.

Questo “presidente” ha tollerato in silenzio il mercato di parlamentari di dicembre 2010 che ha gettato tonnellate di fango su un’istituzione già molto compromessa della nostra repubblica, questo signore ha assecondato supinamente gli ordini della banca centrale europea e imposto Mario Monti come “dittatore” per salvare gli interessi delle lobbie e delle banche affamando il proprio popolo.



Detto questo voglio ora ricordare il vero e unico Presidente della Repubblica che nella mia vita ricordi.



Caro Presidente Sandro Pertini,

Oggi più che mai mancano persone come lei Presidente, persone davanti alle quali tutti ci dobbiamo inchinare in segno di rispetto e stima, persone come Falcone, Borsellino, Ambrosoli, Dalla Chiesa, Impastato e moltissimi altri, Italiani che hanno reso grande l’Italia e grazie ai quali, nonostante tutto il marcio putrescente di oggi, l’Italia può andare a testa alta nel mondo.

oggi più che mai avremmo bisogno di persone come lei, persone che conoscono bene il valore dei principi, della vita, delle conquiste sociali, persone che hanno lottato e pagato per questi valori. Lei che baciava il tricolore con la passione di chi lo ha difeso a rischio della vita, Lei che mai avrebbe consegnato il Paese nelle mani di una banda di Ladri prima e di un freddo calcolatore di vite da sacrificare dopo.



Buona giornata a tutti.


Deadly


lunedì 7 maggio 2012

L'Antipolitica

Oggi i risultati delle elezioni in Italia hanno mostrato una tendenza netta: PDL e Lega crollano, PD sceglie i candidati con un tiro di dado e infatti poi vengono stracciati e, soprattutto, il Movimento 5 Stelle fa il botto.
Ovviamente quest'ultimo dato è quello che a tutti gli aderenti ai partiti "tradizionali" non va proprio giù, intollerabile che un movimento nato dal basso possa affermarsi.
Sulla pagina FB di una conoscente militante SEL alla domanda anche un po' scherzosa di un commentatore "bè del resto cos'altro si poteva votare?" la risposta secca e immediata è stata: "SEL, IDV, le liste civiche, la sinistra radicale... ma non l'antipolitica, non il qualunquismo... io ho paura di quello che sarà poi...".
Vorrei analizzare solo per un secondo la risposta.
Si suggerisce di votare per uno dei due partiti "tradizionali" SEL, quella di Vendola che costrusce ospedali con Don Verzè e rigassificatori con la Marcegaglia, IDV, quella di Di Pietro che ci ha regalato politici di qualità come Razzi e Scilipoti.
L'alternativa è votare per la sinistra radicale, che racchiude parecchie realtà, oppure per le liste civiche ( chissà perchè quelle del M5S non sono liste civiche anche se in origine erano tali ).
In poche parole il suggerimento ( assolutamente disinteressato... ) è vota chi sostengo io, oppure chi si deve alleare con lui oppue vota per microscopiche liste che non romperanno i coglioni.
La giustificazione è poi di tipo vendoliano appunto, paura dell'antipolitica ( che cazzo è l'antipolitica vorrei tanto saperlo ), del qualunquismo.
Vorrei far notare che, pur non essendo un elettore del m5s, pur non credendo nel suo progetto, ho dato un'occhiata al loro programma e non mi sembra anti-qualcosa. Si potranno fare mille critiche e altrettante lodi, si potrà definire abbastanza ambizioso il progetto e duro da realizzare ma difficilmente si può bollare come antipolitico o qualunquista.
Può chiaramente farlo chi non lo ha letto, ha ascoltato il TG di turno che chiama il M5S antipolitica e quindi lo chiama anche lui così. Da notare poi che il comportamento di Grillo, assolutamente sopra le righe e poco consono a una campagna elettorale,  lo ammetto, andava più che bene a lor signori quando era rivolto contro Berluska e addirittura era anche superato in toni ed espressioni da coloro che oggi chiamano Grillo un sovversivo e il suo movimento antipolitica.
Credo proprio che l'Italia sarà in futuro, se non lo è già ora, il fanalino di coda di questa Europa per una ragione molto precisa: noi Italiani non abbiamo ancora capito una cosa, la politica si deve fare e scegliere in base a idee ma soprattutto risultati e pulizia, la partigianeria del tipo " l'ha detto tizio che io voto quindi è giusto" è quella che va lasciata a casa.
Purtroppo nel nostro paese le scelte sono ancora troppo da tifoseria calcistica dove un rigore inesistente diventa più che legittimo se viene assegnato alla propria squadra e scandaloso se assegnato a quella avversaria.
Non cambieremo mai, siamo Italiani fino all'osso, nel bene e purtroppo anche nel male. Questo sarà la nostra condanna.
Un saluto a tutti

Deadly

mercoledì 2 maggio 2012

Hunger Games

Voglio parlarvi di un film che ho visto la sera del 30 aprile al cinema e che merita un post a mio avviso.
Come suggerito dal titolo il film in questione è Hunger Games, si tratta di un film che a prima vista si potrebbe anche definire di fantascienza-azione  e in effetti è ambientato in un futuro diciamo post nucleare e di azione se ne vede parecchia. Detto questo però, dopo una visione attenta e "intelligente", si capisce chiaramente che al regista interessava ben poco della storia, sviluppata peraltro bene sia chiaro, e che il fulcro del film è il messaggio che ci vuole trasmettere.
Il film è intriso di riferimenti alla nostra società, al modo di fare spettacolo e tv, ai miti che oggi animano i salotti e la fantasia dei ragazzini, non mancano critiche molto evidenti al diffusissimo atteggiamento di disapprovazione ma sudditanza.
E' ormai pratica più che comune agire in modo sbagliato consapevolmente perchè "lo fan tutti" oppure perchè "non potevo far altro" anche quando altro si poteva e si doveva assolutamente fare. Così assistiamo silenziosi ad atti di mobbing in ufficio senza ribellarci solo perchè non vengono rivolti contro di noi, alcuni si spingono anche a giustificarli/approvarli per apparire più "professionali" agli occhi del capo.
Un altro aspetto molto ben analizzato è la tendenza dell'essere umano a compiere atti inimmaginabili e orribili se messo nel contesto adatto.
Quanti di voi hanno pensato più volte ai dottori che, nella Germania nazista, sopprimevano i disabili dentro i manicomi somministrando loro medicinali nocivi o per denutrizione, costoro sapevano benissimo cosa stavano facendo ma lo facevano ugualmente, non si ribellavano eppure, molto probabilmente, non tutti erano d'accordo e comunque non tutti avrebbero commesso simili atrocità se non indotti dal regime.
Forse molti di voi pensando a costoro si diranno "io non lo farei, non potrei mai arrivare a tanto" e poi ogni piccolo e insignificante giorno commettono mille micro-azioni sulla stessa scia, certo infinitamente meno gravi, assolutamente non violente ne illegali ma altrettanto indicatrici di quello che, in determinate situazioni, farebbero.
In questo senso il film mostra molto bene questo lato umano, pur rimanendo a tutti gli effetti un film di azione può e deve a mio avviso essere visto come un film che trasmette un chiaro e forte messaggio sociale.
Soprattutto in questi tempi di grande crisi e incertezza certi punti saldi si potrebbero rivelare al dunque meno saldi di quanto crediamo, un domani un po' più incerto di oggi potremmo svegliarci e scoprire di essere un po' peggiori di quanto crediamo  e un po' più pronti ad assecondare un sistema assetato solamente di show e spettacolo anche a costo della nostra distruzione.
Molto importante e profonda la riflessione che il regista fa sul poter cambiare il corso delle cose pur essendo non speciali, semplici ingranaggi di un meccanismo che però in quel preciso istante ha bisogno proprio di noi. Il messaggio molto chiaro e diretto è a tutti coloro che non fanno assolutamente nulla per cambiare le cose, pur non approvandole, nascondendosi dietro il vecchio " ma io che ci posso fare, non sono mica uno che può cambiare il mondo", certo il mondo non cambierà domani a seguito di una nostra singola azione e forse nemmeno a seguito di una singola azione compiuta da migliaia di individui, è però giusto e doveroso agire nel senso che si ritiene più corretto secondo la propria coscienza e morale indipendentemente da quello che fanno tutti gli altri o da quanto noi si sia persona importante o "insignificante".
Il mondo e le sue regole sono un insieme di miliardi di esseri minuscoli, noi appunto, e anche una piccola azione nel verso opposto a quello della massa può rappresentare un inizio, ognuno di noi ha il dovere, se può, di compierla.
Consiglio a tutti la visione di questo film che, anche se dal trailer può apparire banale e solo un insieme di effetti speciali, non è assolutamente così e presenta una chiave di lettura profonda e molto diretta, ricca di riferimenti ai nostri difetti e al declino di oggi.
Buona visione a tutti.

Deadly

martedì 1 maggio 2012

Oggi 1° maggio, festa del lavoro?

Oggi è il primo di Maggio, una data che tutti sapete benissimo essere la festa del lavoro, una festa mondiale per festeggiare il lavoro e tutto quello che gli ruota attorno.
Non so se chi sta leggendo ha ascoltato alcuni dei discordi pronunciati dai segretari dei tre principali sindacati dal palco in Roma, chi scrive li ha ascoltati e ci ha trovato dentro la solita trita demagogia, le parole adatte a scaldare gli animi di chi non ragiona, di chi segue un vessillo senza insegne, quello del lavoro appunto che è ormai cosa morta e sepolta.

Chiariamo subito un concetto, chi scrive non è assolutamente propenso ad una vita di ozio priva di qualsiasi attività trascorsa sotto la palma a rimpinzarsi di cocco, ubriacarsi di mojito e null’altro, questa non è vita ma apatia, attesa di uno scossone che non arriverà e della morte, in ultima analisi.
Va però fatto notare che anche la sponda opposta, fondare una società e la vita stessa solo sul lavoro, è altrettanto sbagliata e dannosa.
Vediamo il perchè.

Oggi ci affanniamo molto tutti quanti a ricercare la ricetta per creare posti di lavoro e nel farlo ci siamo dimenticati completamente cosa sia il lavoro.
Immaginatevi a casa vostra in una qualsiasi giornata dell’anno in cui avete deciso di riordinare la vostra dimora. Via alzate, fate un’abbondante colazione ( spero per voi ) e vi mettete al “lavoro”, si questo infatti è lavoro, di quello vero, ogni persona avrà il suo metodo, alcuni prima riordineranno, altri prima elimineranno il superfluo, tutti puliranno lo sporco ma una cosa nessuno farà, sapete quale? Proseguire nell’opera una volta terminata.
Ovvio direte voi, una volta resettato tutto quanto e pulito o gettato ciò che andava pulito o gettato nessuno sarebbe così idiota da proseguire in un’attività che ormai non è più tale, in poche parole nessuno pulirebbe un tavolo già spolverato, o sbrinerebbe un frigorifero già sbrinato.
Bene la sorpresa è che questo ragionamento lo fate solo se si tratta del vostro appartamento, della vostra singola esistenza, nell’ambito della società questo dogma si spezza.
Avete mai sentito frasi del tipo: “un lavoro qualunque è meglio che nulla”, “si deve inventarsi un lavoro per campare”, “se non hai nulla da fare inventati qualcosa” e potremmo continuare all’infinito ci sono poi punte di follia come “dobbiamo creare posti di lavoro nuovi” ritornando alla vostra dimora, dove magari non siete soli a riordinare, sarebbe come se, passate tre ore voi e la vostra dolce metà a lavorare di buona lena, comparisse un ignoto vicino e si mettesse a sporcare tutto quanto per “creare” il lavoro necessario a far si che voi e la vostra metà arriviate alle fatidiche otto ore di lavoro canoniche.
So perfettamente che state ridacchiando leggendo questo esempio e pensate che io sia dissociato mentalmente ma vi chiedo anche solo per un istante di provare a ripensare alle frasi sopra elencate, a quante volte le avete sentite e a quante addirittura le avete pronunciate voi stessi in riferimento al mondo del lavoro.
Oggi la rivoluzione informatica e le precedenti rivoluzioni industriali, l’invenzione delle catene di montaggio, l’introduzione della robotica sulle stesse e in ogni processo di produzione, l’automatizzazione nei processi di progettazione e molte altre “diavolerie” tecnologiche hanno reso il lavoro umano sempre meno utile e soprattutto sempre meno vantaggioso economicamente.
Chi di voi ha un conto bancario on-line, chi un’assicurazione internet o telefonica, chi utilizza quotidianamente l’home banking, chi paga il pedaggio utilizzando il telepass ( vi do una brutta o bella scegliete voi notizia, ci sono tecnologie che vi faranno pagare anche la spesa così, senza nemmeno estrarre i prodotti dal carrello, si veda RFID ), chi acquista libri o altro on-line, spedisce mail anziché lettere, invia foto dal cellulare o tramite mail anziché cartoline.
Cosa pensate che generi tutto ciò?
Vi do un’altra bruttissima notizia, genera DISOCCUPAZIONE!
Certo direte voi ma tutti costoro possono essere impiegati diversamente. Certamente, come?
Pensate veramente che tutti coloro che oggi fanno i commessi, le cassiere, gli addetti ai caselli, i postini, insomma tutti coloro che svolgono mansioni non altamente specializzate possano come per magia diventare tutti ingegneri, progettisti o nobel per la fisica? E se anche questo come per magia avvenisse, che ci faremmo con tutti questi nobel, avete mai visto un progetto essere portato avanti da 3 opreai, 10 caporeparto e 100 ingegneri?  Penso che il discorso sia molto chiaro e non proseguirò oltre.

Veniamo a qualche considerazione sul mondo di oggi.
Ci viene detto che la Cina ( beata lei? ) ha una crescita smisurata ogni anno, verissimo ma non si tratta di una crescita paragonabile a quella statunitense del periodo d’oro, non si tratta dell’applicazione del principio fordiano dell’operaio che produce l’automobile, prende lo stipendio e con quello si compra l’automobile che ha prodotto.
Si tratta di una crescita molto simile a quella statunitense del periodo degli schiavi, quando gli Stati Uniti volavano grazie a schiavi gratuiti e senza alcun diritto, schiavi che però non comprano quello che producono, da qui il bisogno di avere sempre nuovi mercati esteri. Noi appunto siamo il mercato estero della Cina e se noi sprofondiamo, tra pochi anni loro non canteranno, in quanto si ritroveranno i magazzini pieni di merce invenduta.
Basterebbe dare diritti e salari adeguati anche a loro come i nostri ed ecco che comincerebbero a comprare direte voi. Errore, in questo caso loro diverrebbero proprio come noi oggi, pagati adeguatamente ( non mi riferisco all’Italia tranquilli) muniti di diritti e tutele, quindi? Quindi non più vantaggiosi e per questo sostituibili, come avviene oggi per noi, da macchinari automatizzati, servizi on-line robot vari e molto alto.
Qui il cerchio si chiude e si ritorna al punto di partenza.
La conclusione è una e una soltanto, diversamente da quello che ci vogliono far credere oggi non c’è crisi per sbagli di qualcuno o meglio non sono gli sbagli, certamente commessi, che hanno generato questa crisi, oggi la crisi è sistemica, il modello capitalistico della crescita infinita con sempre maggiori consumi e sempre maggiori sprechi è terminato e lo sta mostrando molto bene.

Provate ora a pensare alle attività che oggi vengono chiamate lavoro.
Immaginiamo una donna con un marito e una figlia piccola, diciamo di 2 anni, il marito va a lavorare, prende 2000€ al mese, la donna decide di curare sua figlia ed educarla, prende 0€ al mese e per lo stato è disoccupata. Per la nostra società impostata com’è oggi abbiamo due adulti di cui uno occupato e una neonata ovviamente non occupata, aggiungiamo a costoro due ragazze di 18 anni ambedue disoccupate. Il conto per la nostra demente società è drammatico su 5 individui uno solo è giustificato nell’essere non occupato, altri 3 sono “colpevoli” di disoccupazione e solamente uno è pienamente occupato e, come tale, gode dei favori della società e soprattutto dei DIRITTI di cui ha bisogno per vivere.
Cambiamo ora le carte in gioco, mandiamo a lavorare la donna, e le diamo un salario di 1200€ mensili, mandiamo anche una delle due ragazze a pulire e resettare casa della donna per la modesta cifra di 400€ mensili, poi mandiamo l’altra ad accudire la bambina della donna per la modesta cifra di 600€ mensili, alla donna rimangono circa 200€ ma questi verranno quasi interamente spesi per trasporto, cibo di mezzogiorno e spesse varie connesse al lavoro che svolge. Quindi? quindi il nostro conto di stipendio per la donna è ancora 0, un bello zero tondo tondo. In compenso non avrà la gioia di accudire sua figlia che probabilmente avrà comunque una buona educazione ma non certo come quella che le avrebbe impartito sua madre, in compenso c’è un soggetto felicissimo di questa nuova condizione, lo Stato, lui gongola e se la ride, aveva 3/4 di disoccupati ed ora non ne ha nemmeno uno, poco importa se con 400 e 600 euro mensili le due ragazze sono di fatto ancora assolutamente dipendenti da altri per il loro sostentamento, poco importa se la mamma dovrà affidare ad altri la sua amata figlioletta, poco importa se in definitiva tutti questi soggetti che si spostano con auto e mezzi per compiere attività che potrebbero benissimo svolgere altri stando fermi, inquineranno e distruggeranno il nostro habitat naturale, l’importante è AVER CREATO POSTI DI LAVORO.
Accudire la neonata e  pulire la casa della donna non sono lavori per il nostro stato, infatti quando li svolgeva la donna stessa era considerata disoccupata, il solo fatto di far svolgere le stesse attività da due soggetti differenti ( le due ragazze) ha trasformato due attività non lavorative in due lavori e tre disoccupati in tre occupati uno dei quali, pensate un po’ ha lo stesso salario di prima, ZERO.
Bella questa società…
Tutto questo ironico esempio è per dimostrare come oggi le soluzioni per evitare il baratro nel quale il mondo intero sta per precipitare non possono venire da un cambio di spred, da una nuova finanziaria o da nuove regole della Comunità Europea ma devono venire da noi, dall’appropriazione di quelli che sono valori concreti e solidi, anche nel lavoro dobbiamo iniziare a concepire una società a crescita infinita per quel che riguarda cultura, benessere e godimento della vita e crescita finita per ciò che riguarda i consumi e la produzione e relativo consumo di oggetti.
Ci hanno insegnato a misurare il nostro benessere in base a ciò che possediamo ma questo è vero solo in parte, il nostro benessere dipende anche da quanto tempo possediamo per gustarci la vita, da quante relazioni tra esseri umani instauriamo, da quanto queste ci accrescono interiormente, da quanto riusciamo a realizzare i nostri sogni, indipendentemente da quali essi siano.

Questo come post d’inizio di un blog può sembrare un po’ arrogante, il post di chi vuole insegnare la vita al prossimo ma non è così, io non ritengo ne di possedere ricette ne di essere migliore di altri, penso solo che sarebbe ora che tutti quanti coloro che da questo momento storico hanno solo da perdere cominciassero a confrontarsi e discutere di come vorrebbero la società di domani, per non correre il rischio di ritrovarci un totalitarismo finanziario che governa il mondo e ci dice quanto valiamo per lui senza nemmeno esserci opposti finchè potevamo.

Buon primo Maggio a tutti

Deadly