lunedì 27 maggio 2013

Le mele della Grande Intesa

Pre elezioni, circa tre mesi fa, è già un anno che infuria la campagna elettorale, la destra accusa la sinistra di portare il Paese allo sfascio, senza idee e con molte tasse il baratro è certo.
La sinistra accusa la destra di essere cialtrona, con idee sbagliate e debito pubblico ai massimi, il baratro è certo.
Insomma per destra e sinistra l'avversario è anche un nemico, foriero di idee e progetti disastrosi, fallaci non per errore ma per malafese, con lui la catastrofe è certa e imminente.

Post elezioni nessuno ha i numeri per governare e, dopo una breve (due mesi) parentesi di balletto e tiramolla con anche lo show dell'elezione del Presidente della Repubblica, si arriva alla fatidica proposta.
Sinistra e destra fanno un governo insieme, ci viene detto che non è un "matrimonio d'amore" ma di interesse, non di destra o sinistra ma interesse dell'Italia e degli Italiani.

Che nobili propositi, che meravigliose parole, che meraviglia, quasi mi scende la lacrimuccia.

Alt, fermiamo tutto e andiamo a comprare le mele.

Siete voi e la vostra dolce metà, al mercato e avete bisogno di acquistare delle mele.
Voi andate al banco A (la mela di sinistra) e la vostra consorte a quello B (la mela di destra)
Meglio chiedere più prezzi per non rimanere fregati.
A dice a voi che le sue sono buone mele, non specifica granchè su qualità e provenienza però vi parla per mezzora di quanto siano marce e mefitiche quelle del banco B, improponibili e incomprabili, una vera schifezza.
Alla vostra dolce metà si presenta la scena capovolta, le mele di B sono buone ma soprattutto quelle di A sono marce e immangiabili.
State per acquistare le mele da A (alla fine vi ha convinto più di B) quando nasce un problema, lui ne ha solo 5, proprio come B e voi avete necessità di 10 mele.
Che fare?
Breve giro per il mercato, giusto cinque minuti e ripassate dal banco di A e da quello di B ma nessuno dei due ha più il suo banco, c'è però un sontuoso banco con l'insegna Mele della Grande Intesa, dietro al banco ci sono i vecchi proprietari dei banchi A e B con le stesse ceste, gli stessi commessi e, soprattutto, le stesse identiche mele.
Vi chiamano e vi dicono che ora possono vendervi 10 mele meravigliose, dato che hanno unito le mele di A e quelle di B.

A voi piace molto la logica e soprattutto la teoria dei giochi nonchè gli equilibri di Nash e così vi orietate molto in fretta tra le varie ipotesi:

1) A e B mentono entrambi, probabilmente ( sicuramente ) porterò a casa 10 mele marce.

2) A mente mentre B è sincero in questo caso porterò a casa 5 mele buone e 5 marce.

3) B mente mentre A è sincero, in questo caso, come nel precedente, ho sempre 5 mele marce e 5 buone

4) A e B sono sinceri è porto a casa 10 mele buone.

La vostra metà è brava con la logica e calcola che ripetendo migliaia di volte questa scelta mi ritroverò (nel lungo periodo) con il 50% di mele buone e il 50% di marce.

Voi però avete anchè un'altra passione oltre a quella della logica, vi piace il poker, da matti, e avete imparato a considerare una situazione nell'insieme della sua storia e non solo su ciò che avete davanti.
Voi guardate non solamente a ciò che c'è ora ma anche a ciò che c'era prima e a come si è trasformato.
Detto questo le ipotesi sopra elencate non vi soddisfano più.

Prendiamo la 2 e la 3 che sono speculari.
Perchè colui che è sincero e accusava l'altro di avere mele marce ora vende le sue buone insieme a questo individuo?
Perchè mischiare la propria merce di qualità con quella avariata dell'altro?
Perchè soprattutto precedentemente anzichè mostrare la bontà del proprio prodotto si è soffermato sulla marciscenza di quello concorrente?
I conti non tornano, le ipotesi 2 e 3 non sono molto logiche ne molto coerenti, vi convincono poco.

Prendiamo ora la 4.
E' a dir poco surreale, perchè due commercianti onesti ora, che vendono per buona la loro merce, si ostinavano prima a screditare quella altrui?
Perchè se sono così onesti utilizzavano una tecnica di vendita così disonesta anzichè mostrare, onestamente, la bontà dei propri prodotti?
Anche questa ipostesi fa acqua da tutte le parti e non vi convince.

La prima ipotesi invece?
Questa fila a meraviglia.
A e B erano e sono tuttora dei gran disonesti, mascheravano la cattiva qualità del proprio prodotto parlando di quello concorrente (malissimo ovviamente) e ora continuano a essere dei maestri di menzogna che cercano di rifilarvi non solo il proprio carico di mele marce ma anche quello che hanno denigrato fino a cinque minuti fa.
Qui tutto torna, non ci sono strane virate di comportamento, tutti i tasselli del puzzle si incastrano e, come si dice nel gergo del poker, la "storia" (tutta la mano) ha un senso.

Torniamo ora alla nostra bella intesa che dovrebbe farci tutti felici.
Molto probabilmente i nostri Letta, Alfano e compagnia sono come i commercianti del banco A e B dell'ipotesi 1, ci vogliono solamente mentire per l'ennesimma volta come già hanno fatto sempre in campagna elettorale e negli ultimi 20 anni.
Nulla di buono verrà da questo infausto quanto mostruoso connubio, non lo dico io, lo dice la logica, la matematica la coerenza.
Lo dice, in una parola, il rispetto che si deve all'intelligenza umana.

Buona giornata a tutti

P.S.
Vi ringrazio se siete giunti fino a qui significa che almeno un pochino questo articolo vi ha "catturato".
Se così fosse vi chiedo di condividerlo e divulgarlo tra i vostri contatti o tra chi pensiate possa condividere questi discorsi e argomenti.
Grazie.

domenica 19 maggio 2013

Italia belpaese Muori e fallo in fretta!

Sabato 18 maggio, piove e non ho certo voglia di andare per centri commerciali, odio il week end in giro come zombie per centri commerciali e odio lo shopping in cerca di qualcosa a caso in generale.
Devo però ricaricare la scheda Vodafone, dato che come sempre, pur lavorandoci dentro, ho dimenticato di farlo nel negozio al lavoro e ora ho solamente 2€ sul cell.
Devo anche cambiare le gomme anteriori dell'auto dato che il "meraviglioso" eroe degli intellettuali di sinistra Pisapi(pp)a ha lasciato la situazione stradale di Milano praticamente inalterata dai tempi della Moratti (troppo impegnato a spiegare con la sua erre moscia del cazzo tanto cara agli intellettuali che campano con i soldi di papà perchè dobbiamo voler tutti tanto bene ai Rom e costruire per loro sontuose dimore a nostre spese) e quindi un colabrodo che mi ha causato un danno grave a uno pneumatico.
Porto l'auto al centro riparazione e mi dicono che sarà pronta verso le 18,30, sono le 16,45 ho quasi due ore per ricaricare il cell e fare questo giro forzato nel centro commerciale Fiordaliso.
Giro un po' e quando trovo il negozio Vodafone c'è una coda incredibile, mi stupisce un po' ma del resto devo far passare due ore e quindi mi metto in fila.
Davanti a me ci sono due ragazze che avranno si e no vent'anni.
Parlano tra loro di quello che vogliono fare la sera, fanno classici discorsi tipici di quell'età e mi sembrano assolutamente normalissime ragazze di venti anni, con tutti i pregi e i difetti tipici di quell'età.
Dietro di me c'è la famigliola media italiana o italiota scegliete voi.
Padre, madre e un un paio di bambini di cui uno, il più grande, scopro dai discorsi che ha undici anni.
Non si tratta certo di una famiglia che fa chissà quale vita sfrenata, basta un occhio alla spesa per capirlo e ai vestiti di lei e di lui.
Appartengono di sicuro a quel ceto medio-basso adesso sempre più basso che non perde occasione per dire che non tira la fine del mese, che si deve fare qualcosa per loro che adesso se non cambiano le cose "si fa la rivoluzione".....
A botte di cellulare la fanno questi la rivoluzione.
Tra le varie "perle di saggezza" che i due coniugi sparano a turno lei pronuncia questa frase: "accidenti, prima se si rompeva un cellulare non avevamo nemmeno il cambio e adesso siamo diventati la fabbrica dei cellulari".
Il tono è quello che indica costrizione, quasi che la cosa sia successa a sua insaputa, quasi che un bel giorno un alieno sia caduto dentro la casa di questi "illustri" signori e abbia dimenticato li una cassa di cellulari per sbaglio.
Cara signora tanto racchia quanto malvestita i cellulari di cui ti lamenti parlando col tuo altrettanto impresentabile marito li avete certamente acquistati voi e non sono certo frutto di un siderale viaggio con sorpresa aliena.
Li avrete certamente presi con mille offerte da 10€ al mese, 50€ subito e 5€ a settimana 1€ al mese per tutta la vita e chi più ne ha più ne metta ma sempre acquisti fatti da voi rimangono.
Acquisti inutili che hanno impegnato soldi che potevano certamente essere utilizzati meglio.
Poi arriva la chicca, il "pargolo", quello di 11 anni con faccia che, seguendo le orme del padre, sprizza "genialità" da tutti i pori della pelle, insiste chiedendo di comprare un samsung galaxy s3 mini per lui che è in offerta ( la solita roba del tot al mese più ricarica ) e la madre, data l'insistenza gli fa notare che lui ha solo 11 anni e per la sua età avere uno smartphone (che evidentemente già possiede) è già fin troppo e in fin dei conti il samsung s3 non gli servirebbe ad altro che a guardare i cartoni animati mentre sono in giro.
Arriva il mio turno e in fianco a me vengono serviti i signori in questione che, guarda caso, stanno sostituendo una scheda Tim per trasformarla in Vodafone e prendere così il famoso samsung galaxy s3 mini, solo che la destinataria di tutto questo numero è la madre che, dalle domande che rivolge alla ragazza dimostra di non sapere assolutamente nulla di quel telefono ne dell'offerta (mentre la leggevano in pubblicità il figlio di 11 anni aveva capito molto prima di lei e stava spiegando ai genitori i termini dell'offerta) il che mi fa pensare che lei, a differenza del figlio, non guarderà nemmeno i cartoni animati col suo cellulare nuovo fiammante di cui non sa nemmeno quali siano le funzionalità.
Il tutto cara la mia signora incrementerà il numero già elevato dei cellulari da demolire di cui parlava sopra, quelli che le ha portato l'alieno smemorato.
Sono tornato a riprendere l'auto è mi sono preparato per la serata (dovevo bere qualcosa con un'amica di vecchia data) molto più sollevato di prima.
Ho finalmente toccato con mano la grinta e la sagacia dei futuri rivoluzionari che, a colpi ben assestati di samsung, nokia e iPhone debelleranno i nostri politici ladroni e imbroglioni.
Cara signora, chiaramente non ho nulla contro la sua famiglia in particolare, ci mancherebbe, mi auguro solamente che questo disgraziato Paese crepi velocemente, che un domani entrando in un centro commerciale ritrovi lei o una persona analoga in coda con la tessera per il pane come nel '39 magari da presentare in formato elettronico con il cellulare di ultima generazione.
Me lo auguro perchè penso che, un po' come per la Fenice, solo dalle ceneri possa rinascere questo Paese mentre ora, purtroppo, siamo ancora allo stadio di carni putrescenti.

venerdì 3 maggio 2013

Un anno è passato

Un anno è passato, senza moltissimi post ma con moltissime idee e molti fatti da commentare da quel 1° maggio 2012 in cui postai il primo pezzo proprio riguardante la festa del lavoro.
Oggi sono un po' in ritardo, dato che è il 3 di maggio, ma sempre di lavoro vorrei parlare e di come non sia cambiata per nulla la situazione da un anno a questa parte se non in peggio.
La festa indetta dai tre grandi sindacati è appena passata e nuovamente abbiamo sentito i segretari urlare le solite frasi vuote, i soliti slogan ripetuti a pappagallo privi ormai di alcun significato.
Anche da parte dei politici si sentono sempre e comunque le stesse frasi, si potrebbe fare un bel gioco e pronosticare quale sarà più o meno il prossimo discorso di un rappresentate del governo e quello di un rappresentate sindacale:

Governo: ...è necessario rilanciare la crescita e lo sviluppo senza però sforare i parametri imposti dalla Comunità Europea, è necessario indurre l'Europa a una revisione della politica dell'austerity per permettere ai Paesi di crescere e ridurre la disoccupazione...

Sindacato: ...si deve tornare a creare posti di lavoro, è inammissibile che in questo Paese siano sempre gli stessi a pagare e non si faccia mai nulla per il lavoro.
Il governo deve impegnarsi politicamente ed economicamente per creare nuovi posti di lavoro, la parola d'ordine deve essere una: lavoro, lavoro, lavoro.....

Certo i toni e le parole potrebbero discostarsi anche un po' ma credo che sarete d'accordo con me che questi siano i discorsi che sentiremmo dalle due rispettive parti.

Il problema di fondo è che non abbiamo ancora trovato un giornalista che faccia a queste persone la domanda fondamentale: COME?

Bersani, quando in campagna elettorale venne accennato qualcosa, rispose proponendo le "piccole opere pubblice", le "operette pubbliche" che fecero sbellicare dalle risate tutti quelli che hanno un briciolo di cervello, per il resto silenzio assoluto.
Nessuno vuole minimamente accennare a quale sia la strada per "creare" posti di lavoro, questo per una semplice e banale ragione:
Il lavoro c'è o non c'è, non è qualcosa che si crea.

Non voglio dilungarmi su questo concetto che già ho affrontato nel primo post di un anno fa farò solamente un ennesimo banale esempio che spiega il concetto.

Paragoniamo il lavoro alla fame o meglio all'appetito, del resto hanno molte cose in comune come vedremo.

Quanto mangiate se avete appetito?
Che domanda banale, se le scorte lo permettono (il frogorifero insomma...) quanto serve a saziarvi, nulla di più e nulla di meno.

Quanto lavorate per riordinare la libreria?
Anche questa domanda è assurda, tempo permettendo, quanto serve ad averla in ordine, dopo di che non lavorerò più.

Bene, se le due risposte sopra vi sembrano sensate allora devo porvi io alcune domande.

Perchè continuiamo a voler creare lavoro dato che abbiamo già tutto ciò che ci necessita e anche di più?

Perchè pretendiamo che ogni essere umano, per godere di benessere e diritti, sacrifichi otto ore della propria giornata lavorando ( in realtà molte di più ) e producendo cose o servizi che non servono quando basterebbero quattro o magari due di quelle otto ore?

La risposta non c'è perchè la vera risposta non riguarda il lavoro ma la società così come è stata organizzata alla base.
Se oggi a un anno di distanza dal 1 maggio 2012 la situazione lavoro è uguale se non peggiore la colpa non è della crisi economica o di chissà quale altra crisi passeggera ma del concetto che abbiamo di vita, società e attività lavorativa.

Sono pronto a scommettere che al 1 maggio 2014 potrò scrivere un nuovo post sempre su questo argomento ritrovando gli stessi numeri, le stesse persone e le stesse affermazioni che erano presenti nel 2012 e lo sono oggi.

Buona giornata

Deadly