domenica 2 giugno 2013

Il meno peggio che ti frega.

Chiunque mi conosca o abbia anche solamente letto alcuni dei miei post sa benissimo cosa penso della tanto famosa "scelta del meno peggio" e di come consideri questa pratica assolutamente sbagliata.
Oggi voglio chiarire come e soprattutto perchè ritengo sbagliata questa scelta, principalmente voglio spiegare cosa considero sbagliato nell'uso che spesso se ne fa.

Cominciamo col dire che si sceglie il meno peggio quando si sta scegliendo qualcosa che non è di nostro gradimento, questo già lo si evince nella parola.
Se mi venissero poste queste due offerte:
  • Un lavoro retribuito 100.000€ al mese e assolutamente soddisfacente e appagante
  • Un lavoro retribuito 100.000€ al mese noioso, complesso e per nulla appagante
non diremmo mai che scegliere il primo significa scegliere il meno peggio, diremmo che significa scegliere il meglio dato che qui di peggio c'è ben poco.

Partendo da questo assunto voglio ora esporre il concetto principale.
Immaginiamo di dover trovare un lavoro e di trovarci di fronte a queste tre opzioni:
  • Un lavoro piuttosto noioso e stancante retribuito 800€ netti al mese
  • Un lavoro piuttosto ordinario e privo di emozioni retribuito 930€ netti al mese
     
  • Un lavoro discreto e rilassante retribuito 1500€ netti al mese. 
Ovviamente tutti scegliereste il terzo lavoro, solo un idiota farebbe il contrario.
Ora però andiamo a vedere le offerte nel dettaglio e scopriamo che nella terza (eravamo un po' distratti) non si tratta di 1500€ reali ma di 500€ fissi e altri 1000€ derivanti da provvigioni legate ai reali obiettivi conseguiti.

Cosa ci è successo? Semplice abbiamo commesso l'errore che puntualmente commette quasi tutta la popolazione italiana quando si reca alle urne: non abbiamo effettuato una corretta scrematura prima di scegliere e abbiamo scelto l'offerta che ci appariva migliore rispetto a altre due che apparivano come la "scelta del meno peggio".
Il problema è che prima di operare la nostra scelta avremmo dovuto scartare ciò che è fraudolento, in altre parole se la scelta che ci si pone davanti è tra il meno peggio è anche molto facile che insieme alle opzioni che mi vengono presentate se ne mischino alcune fraudolente col solo scopo di apparire migliori delle altre (non è difficile del resto trattandosi di una gara contro offerte scadenti).

Per guardare alla politica degli ultimi anni troppo spesso abbiamo visto scegliere uno schieramento oppure l'altro adducendo come scusa la scelta del meno peggio, quasi mai però chi operava questa scelta aveva, prima di operarla, controllato la veridicità e la realizzabilità di ciò che veniva proposto.

Se devo farmi eleggere presidente e i miei concorrenti propongono due gestioni lacrime e sangue sarà molto facile per me strappare dei consensi promettendo una gestione più morbida e rilassata, il problema vero è stabilire prime di eleggermi se sia possibile mantenere o meno questa linea.

Per concludere non sono formalmente contrario alla scelta del meno peggio e confermo che in alcuni frangenti può rivelarsi indispensabile, la trovo però applicabile solo e solamente dopo aver eliminato tutte le opzioni fraudolente e menzoniere altrimenti, per ovvie regioni, saranno sempre queste ultime a venir scelte maggiormente dato che appariranno come le scelte migliori a confronto con le scadenti alternative.

Un saluto a tutti

Deadly

4 commenti:

  1. Nel post tu supponi un massimo, un medio, un minimo.
    La scelta migliore andrebbe in prima battuta al "massimo", nudo e crudo (senza il trucco delle provvigioni).
    Non c'è il massimo (scomparso da tempo, quindi non più scremabile), opti per il "medio", sperando che, operando bene, in futuro possa diventare massimo.
    Nun ce stà manco 'l medio, per buona parte finito in galera; puoi provare a vedere se qualcuno dei sopravvissuti meriterebbe di essere nominato. Lo sono tutti, ma nel senso introdotto in una specie di spettacolo televisivo: nominato? Fuori dalle palle.
    Resta il "minimo", che dovrebbe corrispondere al meno peggio qui ipotizzato, visto che le altre possibilità sono azzerate.
    E quello sei andato a votare, turandoti montanelliamente il naso.
    Passano un paio di mesi, o poco più, e ti rendi conto che anche quel minimo che tu speravi potesse salire la scala dei (tuoi) valori sta invece scendendo sotto quel minimo che pensavi fosse il fondo.
    Politicamente parlando, a settembre ci sono buone possibilità di tornare al voto, anche il recente "meno peggio" è scomparso, degli altri due gruppi meglio non parlare...
    Credo che, allora, sceglierò il meglio, per me, andandomene al mare.
    Ciao.

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    1. Il meglio che, come dici, sceglierai corrisponde al "mio" meglio, che già scelgo da anni.
      Ho smesso di votar quando ho abbracciato la teoria di Mark Twain che dicva: "Se votare servisse a qualcosa, non ce lo lascerebbero fare".
      Credo che il mondo possiamo cambiarlo solamente cambiando modo di pensare, di acquistare, di socializzare e in una parola di vivere.
      Il resto è aria fritta.
      Buona giornata e grazie per il commento.
      Deadly

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  2. non so se è una fortuna o una follia avere dentro di me, ancora, nonostante tutto una parte che non mi permette di non andare alle urne per votare.
    chi non vota e non prende una posizione si arroga il diritto di puntare il dito contro tutti, ma che ne sa dei conflitti delle delusioni di chi ogni volta cerca di metterci la faccia e la speranza ?

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  3. Non votare in se non è certo una pratica che porta soluzioni, su questo concordo.
    Penso però e nel mio caso garantisco che è così, che chi decide di "non decidere" non lo fa per poter puntare il dito contro tutti senza poter essere accusato di nulla quanto per non sentirsi responsabili e complici di questi criminali delinquenti che si fanno chiamare politici.
    Non agire, in qualsiasi sfera della vita, non è mai la migliore delle scelte, su questo siamo perfettamente in sintonia, credo però che più che il voto come gesto nell'urna conti molto di più il gesto o meglio i gesti che si fanno in concreto tutti i giorni nella vita quotidiana.
    Ciao, buona giornata

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