venerdì 7 marzo 2014

Dove non riuscì il comunismo riesce oggi la pubblicità

Due giorni fa ho letto un articolo su Il fatto quotidiano circa la considerazione che le ragazze di oggi danno al sesso e soprattutto alla "prima volta".

L'articolo in questione lo trovate QUI

L'Italia si scandalizza per la precocità, la spudoratezza e la mancanza di cura per la propria persona. Io trovo che ciò che deve preoccupare in questo quadro è ben altro.
Inizio col dire che personalmente non mi interessa affatto l'età alla quale una ragazza decide di fare sesso, lo trovo un parametro ininfluente, ovviamente stiamo parlando di rapporti consapevoli e di persone consenzienti, sia chiaro.
Quello che trovo assolutamente inconcepibile è come questo venga fatto non per curiosità, ricerca di piacere o semplice divertimento ma per uniformarsi, per non essere la "sfigata", per accettazione all'interno del gruppo.

Il sesso nella mia vita ha sempre esercitato e continua ad esercitare un fascino e un'attrazione molto speciali, appena possibile ho cercato di sperimentare tutto quello che mi attira, appena passati i 18 anni ho visitato diversi club privè, sperimentato molte cose anche strane ma mai e ripeto mai ho fatto tutto questo per accettazione, in genere nemmeno si raccontava tra amici la propria vita sessuale.

Personalmente non ho mai considerato il sesso come una merce di scambio per essere accettato o omologato ma un immenso divertimento da alimentare con molta fantasia e da utilizzare per ottenere piacere nella vita.

Il quadro esposto nell'articolo è deprimente e triste ma non certo per i toni utilizzati o per l'età, il sesso può essere giusto a 15 anni o sbagliato a 40, non è pura questione di età anagrafica, quello che veramente deprime è vedere come oggi si sia persa completamente la visione della vita individuale come preziosa, unica, indispensabile.
Oggi l'importanza assoluta è l'accettazione e l'omologazione nel gruppo dominante, vestiti, frasario, atteggiamenti, persino attività sessuale, tutto è finalizzato al gruppo, al sociale, nulla è più scelto per la nostra felicità, per il nostro piacere ma solamente per costruire il nostro involucro da mostrare, sperando che sia più appariscente di quello degli altri.

Dove fallì il comunismo, nel tantativo di omologare gli individui distruggendo la loro unicità e singolarità, sta oggi riuscendo perfettamente la pubblicità e la televisione.
Triste doverlo ammettere.

Un saluto a tutti

Deadly

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