venerdì 13 gennaio 2017

La soluzione semplice che è peggio del problema complesso

Da quando esiste la democrazia elettiva esiste il problema della "fedeltà" dell'eletto al mandato dell'elettore.
La fedeltà in ambito politico è questione complessa e variegata.
Il vincolo di mandato darebbe fedeltà ma al partito, non necessariamente all'elettore e, soprattutto, limiterebbe molto le scelte in ambito morale e ideologico del politico eletto.
Per questa ragione venne scartata già dai Padri Costituenti nella Costituzione del '48.
La totale mancanza di vincoli, soprattutto in un sistema privo di preferenza diretta come il nostro, genera fenomeni molto dannosi, si vedano le transumanze avvenute negli ultimi governi italiani.
L'ultima trovata in casa M5S (non tanto ultima per la verità) è la soluzione semplice, all'apparenza, che è peggio del problema.
250K € di penale a chi viola il vincolo di mandato, leggi le direttive del movimento.
Ad occhio ingenuo è una grande cosa, un grande vincolo, ma guadiamolo un po' più in profondità, analizziamo le eventuali conseguenze di una pratica di questo tipo.
La prima e più diretta conseguenza di una regola del genere è creare una enorme divisione nello schieramento politico tra chi può eventualmente permettersi di pagare questa penale e chi si vedrebbe la vita distrutta economicamente.
In altre parole si dividono gli eletti in ricchi, con il diritto di "tradire" e normo-abbienti che di fatto sono costretti all'obbedienza, pena la miseria.
A ben guardare però la divisione non si manifesterebbe solo sui singoli eletti ma, più significativamente, su interi partiti e schieramenti.
Di fatto avremmo partiti e schieramenti che possono permettersi di pagare la penale e quindi possono "acquistarsi" avversari traditori e altri partiti e schieramenti meno facoltosi, relegati al ruolo di produttori di futuri "traditori".
Per farla breve questa meraviglia di regola che dovrebbe garantire il cittadino avrebbe come unico e certo esito quello di marcare ancora di più la separazione tra chi ha disponibilità economiche e chi non ne ha.
Caro sig. Grillo, prenda atto del fatto che Lei è un ottimo comunicatore, un ottimo show man ma un pessimo uomo di politica, fanatico dell'esemplificazione anche dove questa è un danno grave, con evidenti smanie di comando nell'ombra e sogni di onnipotenza.
Faccia un favore al "suo" M5S per primo e anche a tutti noi: rifletta un po' di più o, se non le riesce, studi un po' e si faccia consigliare da persone più informate e sagge di Lei perché le sue idee e soluzioni hanno poco di politico e molto di propagandistico, poco di pratico e molto di autoritario.

Buona giornata a tutti.

Deadly

lunedì 9 gennaio 2017

Il vero fallimento del progetto Grillo-Casaleggio

Il progetto descritto da Grillo e Casaleggio quando nacque il Movimento 5 Stelle era ambizioso e molto futuristico ma riassumibile in una sola e semplice massima che Grillo amava ripetere spesso: "uno conta uno".
In queste tre semplici parole è racchiuso il senso di quello che voleva e doveva essere il M5S.
Ogni persona conta per se, decide per se, legge, si documenta, si informa in modo eterogeneo e poi decide da persona informata e cosciente.
Prendendo a prestito le parole di un grandissimo del secolo scorso: "La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione".
Libertà è più di tutto partecipazione, come ci cantava Giorgio Gaber.
Questo è il più grande fallimento del M5S, la tangibile dimostrazione che il progetto iniziale è fallito.
Nelle elezioni del 2013, elezioni politiche, il M5S prese 8.784.499 voti, dati ufficiali del Ministero dell'Interno; ieri, nella consultazione on-line indetta sul blog di Grillo, l'ultima di tante, il numero dei votanti è stato 40.654.
Stiamo parlando di una percentuale rispetto agli elettori che hanno scelto M5S che è lo 0.46%.
Non si tratta di numeri isolati, le precedenti consultazioni sono in linea con quest'ultima.
Cosa ci dice questo dato? Ci dice che, contrariamente a quanto sperato e propagandato da Grillo, l'elettore tipo M5S sceglie prevalentemente con la pancia, vota per protesta, vota "urlando" ma al dunque, se chiamato a partecipare appunto, si defila.
La pigrizia, il disinteresse, l'apatia sono e per ora rimangono il solo tratto distintivo che accomuna la stragrande maggioranza di elettori Italiani, M5S e non.
Non so quale sarà il futuro del M5S, ne quali saranno le sorti del suo fondatore o dei movimenti più o meno simili sorti in Europa con uguale intento, so però una cosa per certa: la democrazia diretta, tanto ricercata, è ben lungi dall'essere realizzata e non per mancanza di piattaforme digitali, di strumenti, di fondi o altro ma per la vera e propria mancanza da parte della gente di volontà.
La democrazia diretta non è difficile, è inutile, la gente non la vuole, non la comprende e anche quando la riceve non sa che farsene.

Un saluto

Deadly

martedì 3 gennaio 2017

Dal grillo parlante al Grillo inquisente!

Ieri Beppe Grillo ha lanciato la sua nuova provocante idea: una giuria popolare che stabilisca quali notizie sono vere e quali false il cui giudizio, immagino insindacabile, obblighi di conseguenza il giornalista e la testata di turno a colossali smentite con tanto di cornici luminose e titoli a otto colonne.
Non sono certo sorpreso dalle sparate grillesche, spesso molto vicine alle "salvinate" ma questa è alquanto strana.
Caro Grillo non ha sempre sostenuto a spada tratta la non censura del web? Io su questo punto sono totalmente in accordo con Lei, le censure non le ho mai sopportate e nemmeno comprese fino in fondo.
Sappiamo però tutti molto bene che il web è una gigantesca collezione di tutto e il contrario di tutto, non è certamente l'oracolo delle sacre verità, tutt'altro.
Sappiamo anche però che spesso la non censura e il grandissimo accesso è quello che garantisce un buon equilibrio e pulizia della notizia.
Certo Internet è pieno zeppo di bufale ma quasi sempre hanno vita breve, poi vengono archiviate nell'archivio delle bufale e come tali trattate.
Immaginiamo Wikipedia, pensate che potrebbe esistere una realtà del genere se ci fosse un "tribunale inquisitorio" a valutare le voci pubblicate?
Ovviamente no.
La strategia, assolutamente vincente, di Wikipedia si fonda sulla moltitudine di utenti che, in autonomia, scovano e correggono le eventuali buffonate pubblicate.
Il risultato non è perfetto certo ma vi chiedo: potete affermare di non aver mai usato lo strumento? Potete affermare di avervi trovato solo e solamente inesattezze? Se ne siete un utente abituale come me potreste farne a meno nel vostro uso quotidiano di Internet?
Veda sig. Grillo il vero antidoto alle bufale e falsità esiste da sempre senza alcun tribunale del popolo o altri orrori simili, si chiama pluralità.
Molte fonti, moltissime, le più disparate e scorrette, le più partigiane o politically correct, le più professionali e le più artigianali e casalinghe.
Questo garantisce veramente la più ampia offerta e in questo mare di informazioni spetta all'utente fare lo "sforzo" di capire e filtrare.
E si caro Grillo, servono utenti abili, profondi, acuti e volenterosi per scoprire la verità.
Servono quelli che per Lei oggi, come per la politica da sempre, rappresentano gli elettori più scomodi perché difficili da abbindolare e fottere.
Caro Beppe Grillo, questa Sua uscita in stile post sovietico le ha fatto guadagnare una querela dal TG di Mentana ma soprattutto ha mostrato in maniera ancora più penosa la Sua totale inadeguatezza al mondo della politica e della conduzione di un Paese, faccia un favore a tutti, se compreso, lasci in autonomia il M5S e rimanga ad osservare dove va, magari saranno dolori, magari gioie ma sicuramente sarà libertà, qualcosa che di certo non sarebbe il Suo ridicolo e anacronistico tribunale delle verità.
Un Saluto a tutti

Deadly